IL MASSACRO DI MILLUNI

Sonia Andrich, SCU Bolivia 2023-2024

Era il 24 maggio dell’anno 1965 quando la Fuerza Area Boliviana, l’aeronautica militare boliviana, sotto ordine di René Barrientos Ortuño, bombardò la comunità di minatori di Milluni, facendo una vera e propria strage. Milluni era un piccolo paesino che si era creato attorno alla miniera di tungsteno e stagno nata ai piedi del monte Huayna Potosí o Wayna Potosí (giovane Potosí in Aymara), facente parte della Cordillera Real, vetta che raggiuge i 6.088 metri s.l.m., situato a soli 25 km a nord di La Paz.
Fu proprio durante il governo del dittatore René Barrientos Ortuño, lo stesso che ordinò l’uccisione del Che Guevara, che i minatori di Milluni e di tante altre zone iniziarono a protestare, a scioperare, contro la crisi che si era venuta a formare in quegli anni, contro un Governo dittatoriale che toglieva giorno dopo giorno i diritti fondamentali alla popolazione, soprattutto alla classe operaia. I minatori di Milluni parteciparono alla rivoluzione del 1952 per difendere i propri diritti sindacali e avanzare le loro richieste per poter migliorare la loro situazione socioeconomica. Questo succedeva quando ancora le miniere erano in mano alle famiglie e non ai grandi imprenditori.
Fu in quegli anni che nacque il Sindacato dei Minatori di Milluni, periodo in cui si svilupparono anche i primi principi ideologici della classe lavoratrice e le strategie di resistenza operaia per far rispettare i diritti dei lavoratori, sociali ed economici.
Ovviamente il governo non vedeva di buon grado le continue rivendicazioni e proteste dei minatori, cosicché decise di metterli a tacere assieme ai loro presunti atti sovversivi, soprattutto quelli dei sindacati e dei loro dirigenti, e mandò le sue truppe a massacrare la popolazione della miniera di Milluni. Anche la radio “Huayna Potosí “ doveva essere messa a tacere, la radio dei minatori che spesso diffondeva una propaganda antigoverno.
Il massaro di Milluni è famoso sono solo per la quantità di morti ma anche per la sua resistenza: i minatori non se ne sono andati, una volta scoperta l’intenzione del governo e avvistate le prime truppe che cominciavano a circondare le montagne, si sono attrezzati, con fucili e bombe artigianali e hanno combattuto fino all’ultimo per i loro diritti. Arrivarono fino a catturare quattro militari e a legarli alle antenne della radio, per proteggerla. Ma sarà un gesto invano. Questo atto scatenò la furia del dittatore che ordinò all’aeronautica militare boliviana di bombardare indistintamente soldati e minatori.
Le forze messe in campo erano ovviamente impari, le trincee non furono sufficienti per contrastare l’avanzata via terra e per proteggersi dall’attacco aereo che arrivava dal cielo. Quel giorno si sparse molto sangue, c’erano corpi ovunque, nei fiumi, sulle montagne, sotterrati nelle trincee… il Huayna Potosí è stato testimone di questa tragedia che ha visto i minatori combattere fino all’ultimo contro la dittatura militare di René Barrientos Ortuño.


Oggi, a fianco a quello che è rimasto del villaggio dei minatori che lavoravano lì (la chiesa, qualche casa, un capannone, un campo da calcio…) sorge il cimitero di Milluni, dove sono sepolti i minatori con le loro famiglie e i soldati che si sono trovati sotto ai bombardamenti.
Il cimitero sorge a 4.450 metri s.l.m. e ha un’atmosfera molto particolare: quando si passa tra le sue tombe si percepisce un’energia molto forte, è una strana sensazione difficile da descrivere, bisogna andarci per poterlo capire. Purtroppo con il passare del tempo le tombe sono state saccheggiate, alcune sono completamente distrutte e si dice che in questo cimitero si pratichino incantesimi di magia nera.
Si trovano infatti resti di foto strappate o bruciate, candele nere consumate a metà, resti di fuochi accesi con accanto vestiti bruciati…
L’atmosfera particolare del cimitero, che non è delimitato da mura ma sorge su una piccola collina, è data anche dal territorio che lo circonda, ricco di piccoli ruscelli che scendono direttamene dal ghiacciaio del Huayna Potosí dove si abbeverano spesso gruppi di lama. Diverse sono anche le lagune, di varie dimensioni, le cui acque vengono sfruttate per portare l’acqua a una parte de El Alto (comune a nord di La Paz) e nel quartiere di Sopocachi, dove attualmente vivo. Il colore delle lagune è molto bello, anche se in realtà è preoccupante, perché le loro meravigliose sfumature sono date dalla contaminazione dei minerali estratti dalle miniere limitrofe. Si aprirebbe qui un altro argomento scottante, di cui si potrebbe parlare per ore ed ore, che riguarda le estrazioni illegali, le contaminazioni irreversibili dell’ambiente e tutto quelle che concerne il mondo delle miniere.
Per ora mi limito a raccontarvi questa storia di resistenza alla dittatura del generale René Barrientos Ortuño, che ha lasciato dietro di sé un villaggio fantasma ai piedi del Huayna Potosí.

 

Sonia Andrich, SCU presso la sede di Gondwana Area Cedin, LA PAZ