Una giornata sul campo a Guaranda - CCP Ecuador

di Alison e Sara - Sede di Mbeya

“Dopo 2 ore di sobbalzi e curve a gomito, arriviamo nella comunità di Facundo Vela, nella parte tropicale della sierra bolivarense, dove il Presidente della comunità ci accoglie con un grande sorriso e, come tipico di qua, una vigorosa stretta di mano a tutti i presenti, conosciuti o meno. Montato sul cassone del 4×4 in cui viaggiavamo, afferra il suo corno di toro e un suono sordo ma potente richiama alla raccolta tutti gli abitanti. Davanti ai nostri occhi, di mercoledì mattina, vi è là riunita tutta la comunità.”

 

Questo è l’inizio di una giornata tipo di lavoro sul campo.

Facundo Vela è una delle sedi di attuazione del progetto UMSA per l’uso e la gestione sostenibile dell’acqua. Infatti, la regione del Bolivar, nonostante si trovi sulla catena montuosa delle Ande ecuadoriane, è una delle zone del Paese con maggior deficit idrico. In un contesto in cui sono presenti solo due stagioni, ovvero 6 mesi di pioggia e 6 mesi di siccità, attività antropiche come la deforestazione e l’espansione della frontiera agricola degli ultimi decenni hanno dato il via a una reazione a catena che ha poi provocato una serie di fenomeni, tra cui: degradazione del suolo, desertificazione, alterazione degli equilibri climatici e una diminuzione delle riserve naturali d’acqua come l’importante ghiacciaio del vulcano Chimborazo. In più, la contaminazione delle fonti dovuta all’attività pastorizia del territorio e la mancanza di un sistema efficiente di trattamento sia dell’acqua che dei rifiuti solidi contribuiscono alla degradazione della qualità del “liquido vitale” – come viene definita qui l’acqua.

E’ in questo contesto di conflitto ambientale dovuto alla scarsa disponibilità e accesso alla risorsa idrica, che il FEPP, fondazione locale, e il Municipio di Guaranda, in cooperazione con il Municipio belga di Evergem, dal 2017 lavorano per migliorare l’uso e la qualità dell’acqua, dotando le comunità della zona di sistemi di purificazione e di una migliore gestione municipale.

Come tutti gli anni, il responsabile belga del progetto, Koen De Baets, è venuto a visitare e monitorare le attività previste. Avendo potuto apprezzare la sua costanza e passione, abbiamo comprovato l’importanza della presenza della cooperazione sul territorio; infatti, il contatto diretto con la popolazione locale facilita la generazione di un impatto reale di progetti ideati in uffici amministrativi a migliaia di chilometri di distanza.

La presenza e il contatto sono anche uno dei mezzi con cui promuoviamo azioni nonviolente di pace positiva e affermazione dei diritti umani e del benessere sociale, come Corpi Civili di Pace in questo contesto di conflitto ambientale.

 

“Smontiamo dal 4×4 e insieme alla gente munita di machete, ci inoltriamo in una fitta coltivazione di canna da zucchero. Arriviamo quindi alla cisterna di raccolta dell’acqua per la comunità, dove, accompagnati dalle battute dei partecipanti, seguiamo la discesa pericolante del signor Amable in fondo al serbatoio, per misurare la quantità e qualità dell’acqua. Purtroppo, i livelli di contaminazione batterica si rivelano alti, così spieghiamo come disinfettare l’acqua destinata al consumo umano attraverso l’aggiunta di cloro.

Come sempre, la giornata lavorativa sul campo si conclude con un momento di convivialità, segnato dall’allegria, generosità e riconoscenza della gente. In fondo siamo tutti fatti d’acqua, l’acqua è vita, l’acqua è vincolo di pace.”