Corpi Civili di Pace in Tanzania: superare insieme le barriere per un futuro inclusivo

di Aldo, Camilla, Nicholas, Samar

Ogni giorno è diverso, ogni giorno ci troviamo di fronte ad una nuova sfida.

Questa frase raccoglie quella che è la sensazione che abbiamo provato fino ad ora nel portare avanti il progetto del quale facciamo parte in Tanzania, nella regione di Mbeya. L’ obiettivo fondamentale che ci siamo preposti è l’individuazione delle barriere che le persone con disabilità, soprattutto ragazzi e bambini, incontrano nell’accesso all’istruzione, alla sanità e al mondo del lavoro. Nonostante la legge tanzaniana preveda l’inclusione sociale delle persone con disabilità, tramite l’approvazione del Disability Act del 2010, spesso questo non avviene e ci si trova di fronte a delle situazioni di discriminazione. Infatti, è ancora forte lo stigma nei confronti della disabilità e, anche tramite la documentazione letta e studiata, ci siamo resi conto di quanto forte sia il retaggio culturale da sconfiggere affinchè la disabilità non venga più vista in un’accezione negativa. Il nostro obiettivo finale è far sì che la disabilità venga vista come risorsa, come condizione da valorizzare e non qualcosa da nascondere o di cui vergognarsi.

Andando più nello specifico, il nostro lavoro si è concentrato inizialmente sullo studio di documenti che ci hanno aiutato a capire le condizioni di vita delle persone con disabilità in Tanzania e ci siamo accorti che in realtà mancano ancora dati e informazioni utili ad avere un’immagine più completa della loro situazione. Per fare questo abbiamo quindi deciso di andare sul campo e toccare con mano la realtà nella quale ci troviamo; a questo proposito abbiamo portato avanti due attività in parallelo: da un lato abbiamo infatti creato dei questionari da somministrare a giovani con disabilità e alle loro famiglie, mentre dall’altro ci siamo recati in due centri che ospitano ragazzi con disabilità. Nel centro di Shewa seguiamo due gruppi: da un lato giovani con disabilità fisica e cognitiva, mentre dall’altro ragazzi di strada che hanno delle situazioni familiari complesse. Tramite le attività che proponiamo loro, piccoli giochi che stimolino la creatività, il movimento e la concentrazione, cerchiamo anche di favorire l’interazione tra i due gruppi per iniziare a promuovere quell’integrazione di cui abbiamo detto in precedenza. Nel centro di formazione professionale di Iyunga, invece, abbiamo pensato di affiancare alle attività formative già offerte, come falegnameria e sartoria, corsi di inglese, informatica e matematica. Abbiamo sicuramente fatto parecchio, ma ci sentiamo solo all’inizio del nostro percorso dei Corpi Civili di Pace e auspichiamo che il lavoro svolto e le attività proposte possano servire concretamente affinchè si sviluppi una sempre più forte apertura nei confronti delle persone con disabilità, per far sì che vengano accettate, incluse all’interno della comunità e considerate al pari delle altre.