TRA PETROLIO E ZANZARE
di Alice, Giulia, Mathilde e Marta - Sede di Lago Agrio
Un vecchio detto diceva ogni giorno a Lago Agrio quando sorge il sole un comune mortale sa che per non venir punto dalle zanzare dovrà correre. Ogni giorno nella foresta amazzonica quando sorge il sole una zanzara sa che per mangiare dovrà volare più veloce. Non importa che tu sia comune mortale o zanzara, se vuoi vivere devi… no aspettate, non era esattamente così!
Ore 8.30 del mattino, 31 gradi. Ore 14.30: 34 gradi. Ore 19.30: 28 gradi. E così si susseguono i giorni a Nueva Loja, (anche se i più aficionados e gli abitanti del posto continuano a chiamarla con il suo nome originale, ovvero Lago Agrio) in un loop estivo perenne, di cui il mantra giornaliero è rappresentato da maglie a maniche corte e pantaloncini.
Ma poi perché chiamarla proprio ‘lago acido’? Questa piccola cittadina viene fondata nel cuore dell’amazzonia ecuadoriana (ecco spiegate le alte temperature) nel 1979 e il suo nome non è altro che il corrispondente in spagnolo di ‘Sour Lake’ dato ai tempi dai dipendenti della, purtroppo, rinomata impresa Chevron-Texaco che per anni ha indebitamente usurpato i territori ecuadoriani, distruggendo ettari di selva amazzonica e infrangendo i diritti umani degli abitanti, soprattutto appartenenti a comunità indigene e contadine, in nome dell’oro nero: il petrolio.
Tra le popolazioni coinvolte, abbiamo avuto l’onore e la fortuna, grazie alle nostre
organizzazioni locali (FEPP e UDAPT) di conoscere da vicino le storie e i volti delle persone che da anni lottano per rivendicare una serie di diritti che spaziano dall’accesso all’acqua potabile al semplice utilizzo di terreni per la coltivazione, passando poi al diritto di vivere in un ambiente salubre. Infatti, la provincia di Sucumbios ‘vanta’ un triste primato: uno dei tassi più alti di cancro di tutto l’Ecuador. A tal proposito, UDAPT (Unión de afectados por Texaco) dal 1993 (anno in cui ebbe inizio ufficialmente la causa contro Texaco, oggi
Chevron) tra le tante attività, svolge un lavoro di supporto legale nei confronti di coloro che hanno subito e subiscono i danni provocati dalle attività estrattive.
D’altro canto, il FEPP (Fondo Ecuatoriano Populorum Progressio) si occupa principalmente di affiancare le comunità locali attraverso i suoi progetti di stampo socio-ambientale, con un approccio nonviolento di risoluzione dei conflitti, dal 1970.
Entrambe le realtà territoriali attualmente lavorano principalmente con le nazionalità indigene del luogo (A’i Cofan, Siekopai, Siona, Shuar, Waorani e Kichwa) che risultano essere le più minacciate e vulnerabili della regione amazzonica di Sucumbios e Orellana.
Negli ultimi anni, a causa dell’avanzamento di nuove compagnie petrolifere e
dell’imposizione del modello estrattivista come unica alternativa, non curante di una possibile transizione ecologica, l’estrattivismo continua ad essere una concreta minaccia per chi, da sempre, ha vissuto in simbiosi con la flora e la fauna amazzonica. Questa costante presenza indesiderata ha nel tempo generato dissidi all’interno delle comunità stesse che, ad oggi, non lottano su un fronte comune ma si trovano divise da interessi di potere ed economici che puntano solo ad indebolire la loro identità, ostacolando il diritto di autodeterminazione.
Ogni giorno a Lago Agrio, e chissà in quante altre parti del mondo, quando sorge il sole tantissime persone continuano a lottare con la voglia di far sentire forte la loro voce, più del giorno precedente. Non importa quanto sarà difficile, vogliamo che il diritto alla vita non venga barattato per nessuna cifra di denaro. Viva i popoli che resistono.