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Plantar semilla

Silvia e Francesca, SCU Ecuador 2022

Siamo Silvia Errico e Francesca Carrieri, volontarie presso il Servicio Jesuita a Refugiados nella splendida capitale ecuadoriana: Quito. Atterrate il 26 settembre, ci incorporiamo nella sede nazionale del JRS, organizzazione che si occupa di accoglienza e integrazione di rifugiati e persone in mobilità umana. L’ONG copre varie aree di intervento: l’area giuridica, l’area psicosociale, l’area educativa e l’area di mezzi di sussistenza.

Al nostro arrivo siamo state inserite in quest’ultima area che ha come obiettivo quello di rendere i beneficiari indipendenti ed autosufficienti a livello economico. Vengono offerti loro corsi di formazione professionale e consegnato un piccolo capitale “semilla” (seme) con cui iniziare a costruire la propria microimpresa.

Il nostro primo compito all’interno di questa sezione è stato occuparci dell’inserimento e della gestione dei dati delle imprese su piattaforme ufficiali. Dopo solo due settimane, inaspettatamente, ci è stato proposto di raggiungere la sede di Guayaquil, nella provincia di Guayas, per supportare la nostra collega coordinatrice nazionale dell’area e osservare concretamente i risultati di questi processi.
L’esperienza si è divisa in due momenti: prima abbiamo visitato varie case di accoglienza e successivamente partecipato a una fiera organizzata per vendere e pubblicizzare i prodotti delle imprese da noi supportate.
É stato bello poter entrare finalmente in una casa di accoglienza. Quando siamo arrivate abbiamo fin da subito respirato un’aria di gioia e di condivisione: c’erano tanti bambini che giocavano contenti e ci guardavano con occhi curiosi, mentre gli adulti iniziavano a preparare insieme il pranzo.

Abbiamo poi chiacchierato con il personale della struttura, giovani ragazzi sia impiegati sia volontari che con grande entusiasmo e passione ci hanno mostrato l’organizzazione della casa e raccontato le varie attività quotidiane.
Lo spazio è diviso in varie aree: un’area per le famiglie, una per donne sole con bambini e una per uomini soli. Questa divisione riguarda principalmente le zone notte, mentre per i pasti e i servizi igienici ci sono delle zone comuni. Al centro della struttura c’è un grande parco giochi all’aperto, luogo di incontro sia per adulti sia per i bambini che hanno a disposizione anche un’auletta dotata di giochi, libri e materiale didattico nella quale ogni giorno si svolgono diverse attività ludiche ed educative.

Un ultimo spazio è dedicato allo svolgimento dei più svariati corsi di formazione, come per esempio quello di panetteria, pasticceria, cucito ed infine quello per diventare barbieri e parrucchieri. Sfortunatamente, i posti a disposizione sono sempre meno rispetto al numero di richieste da parte dei beneficiari e per questo e’ fondamentale la presenza e l’aiuto di altre istituzioni.
Avendo avuto la possibilità di visitare diversi centri di accoglienza, ci siamo rese conto che non tutte le strutture possono offrire gli stessi servizi alle persone che accolgono. Ciò è dovuto principalmente a una mancanza di fondi che non permette l’assunzione e la retribuzione del personale e comporta quindi la presenza di un numero molto elevato di volontari che gestiscono come possono la casa.
Anche gli spazi sono diversi, ridotti nelle dimensioni e spesso con poco materiale a disposizione.
Tutto ciò a volte rende difficile lo svolgimento dei corsi di formazione, dal momento in cui ci sono altre priorità e problematiche più urgenti da risolvere.
In questi casi l’aiuto e il supporto di JRS e’ fondamentale per far sì che possano essere garantiti i servizi di base senza però dimenticare mai il rispetto dei diritti umani come il diritto all’educazione, al lavoro e alla formazione.

Il secondo momento di questa esperienza è stato quando abbiamo partecipato alla fiera di Durán, cittadina a lato di Guayaquil.
Per questa occasione sono stati allestiti vari stand ed ognuno di essi rappresentava una piccola impresa nata dal capitale “semilla” consegnato dall’associazione.
É stato interessante ed arricchente conoscere le storie di migrazione di questi imprenditori, provenienti per la maggior parte da Colombia e Venezuela. Molti di loro si dedicano alla gastronomia, alla pasticceria e alla panetteria proponendo prodotti tipici delle loro tradizioni. Alcuni di loro ci hanno raccontato che già svolgevano il loro attuale lavoro nel paese d’origine, mentre altri ne hanno intrapresi di nuovi.
Lo scopo di questo evento non era solo di vendere e pubblicizzare i propri prodotti, ma anche di creare reti di collaborazione tra le imprese fondate dai migranti e quelle della popolazione locale. Inoltre, l’importanza di questi incontri riguarda non solo il lato economico, ma anche quello sociale in quanto la popolazione locale si sente spesso minacciata dal continuo incremento del flusso migratorio e la convivenza non è sempre facile.
Attualmente continuiamo a collaborare in quest’area che altro non è che l’ultima fase del percorso di integrazione che purtroppo sempre più persone in Ecuador sono costrette ad affrontare in seguito alla migrazione forzata.

Vogliamo concludere con una frase che ci accompagna ogni giorno nel nostro servizio: Ayudar a una persona es plantar una semilla que siempre da fruto.

Silvia e Francesca, in servizio presso la sede Gondwana Gesuiti di Quito